Zainocorazia. Teoria e pratica di un futuro preferibile è stato scritto per aiutare il lettore a orientarsi nelle contraddizioni che si trova costretto a fronteggiare tutti i giorni, chiunque egli sia e ovunque egli viva.  Siamo poco abituati ad apprezzare le contraddizioni, ci sembrano una sconfitta della razionalità. E per difenderci da esse abbiamo inventato strutture che prevengono il disordine del reale e addomesticano i paradossi dell’esistenza. Gli apparati burocratici si sono lentamente sostituiti all’esperienza personale e adesso governano i nostri comportamenti. La burocrazia deve sempre mostrarsi indifferente alle esigenze personali perché ogni eccezione ne indebolisce il tessuto.

Così ci ritroviamo irretiti: da imprese che seguono modelli organizzativi inefficaci, perché sarebbe troppo complicato cambiare sistema; da istituzioni collettive che violentano le istanze individuali, in nome di principi che sono scaduti sotto i nostri occhi; da relazioni vuote e inattendibili, che non abbiamo il tempo di trasformare in qualcos’altro.

E poi c’è la rivoluzione digitale, il grande bagliore che affascina tutti fuorché coloro che conoscono significato e costo di ogni gesto davvero rivoluzionario.

La burocrazia ci avviluppa come una ragnatela e ci porta lontano da quell’aspirazione di umanità che avvertiamo tutte le volte che sperimentiamo, esploriamo, neghiamo le consuetudini, controvertiamo i luoghi comuni, inventiamo soluzioni impreviste.

Per liberarci dall’abbraccio della burocrazia, non si capisce se più comico o letale, abbiamo bisogno di tracciare una nuova via di fuga. Dobbiamo muoverci in direzione di qualcosa che non possiamo ancora riconoscere con precisione, benché ci solleciti ogni minuto all’azione. Zainocrazia riconosce lo schema emergente che ci libera dagli schematismi dei burocrati. Il libro è dedicato a una parola che non c’era, per dare il nome a un futuro che è già qui.