Duecento anni fa, quando abbiamo inventato la burocrazia moderna, abbiamo creduto che il mondo fosse un luogo complicato, nel quale sarebbe stato possibile organizzarsi al meglio col solo aiuto di appositi regolamenti. Ora che abbiamo finalmente capito che il mondo è un luogo complesso, intriso di contraddizioni e incomprensioni, meravigliosamente imprevedibile, la burocrazia c’impedisce di trasformarci in quel che siamo, giacimenti ambulanti di risorse inesauribili, che fioriscono nelle relazioni e appassiscono nelle procedure. Quelli tra noi che oggi chiedono più ordine, si comportano come la domestica di Quino: burocrati inappuntabili che vorrebbero eliminare dal mondo ogni traccia di ambiguità, perché hanno timore della diversità. La zainocrazia è lo schema organizzativo che neutralizza l’insipienza dei burocrati e moltiplica opzioni, opportunità, disposizioni ed espressioni.