Mi sono servito del libro Zainocrazia per parlare male degli esperti. Ma non proprio di tutti gli esperti.
Zainocrazia profila due tipologie di esperto. La prima, la più diffusa, riguarda l’esperto di risposte. Si tratta di colui che è convinto di sapere come si dovrà fare nel futuro perché ne ha già fatto esperienza nel passato. Questo esperto non è capace di stare in silenzio; di ascoltare proprio non gli riesce, perché crede di possedere la soluzione migliore.
L’altra tipologia di esperto si riferisce a coloro che conoscono la prassi fondativa dell’ascolto: parlare per secondi. Questi esperti sono differenti dai primi perché tacciono anche quando conoscono la risposta. Grazie al loro silenzio, gl’interlocutori vengono abilitati alla parola.
I soli esperti cui potremmo concedere gli attributi zainocratici sono quindi coloro che si riconoscono nella massima di Catherine Thernynck, «ciò che fa avvenire la parola è la cavità di un orecchio».